BENEDETTO CROCE
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Benedetto Croce ( Pescasseroli ,
25 febbraio 1866
– Napoli ,
1952 )
è stato uno scrittore ,
filosofo ,
storico
e politico
italiano .
Nacque a Pescasseroli ,
in Abruzzo ,
da un'agiata famiglia abruzzese trapiantatasi a Napoli
e crebbe in un ambiente profondamente cattolico. Ancora adolescente,
però, si distaccò dal cattolicesimo
e per tutta la vita non si riaccostò più alla
religiosità tradizionale. Perse i genitori, Pasquale e Luisa
Sipari, e la sorella Maria durante il terremoto di Casamicciola
del 28
luglio 1883
mentre vi si trovava in vacanza con la famiglia, nell'isola di
Ischia .
In seguito a questo episodio fu affidato alla tutela dello zio Silvio
Spaventa , fratello del filosofo Bertrando
Spaventa , nella cui casa romana visse fino alla
maggiore età. Croce ebbe contatti con gli esponenti della
Nuova Italia, tra cui Labriola
che lo inizierà al marxismo
e alla filosofia idealistica classica tedesca. Nel gennaio del 1903
esce il primo numero della sua rivista La critica , stampata a sue spese fino al 1906 ,
allorché subentra l'editore Laterza .
Viene nominato senatore
nel 1910
e dal 1920
al 1921
è ministro
della Pubblica
Istruzione nel 5° e ultimo governo Giolitti .
Rompe definitivamente col fascismo ,
dopo il delitto Matteotti .
Nello stesso anno rompe anche con Giovanni
Gentile , il quale già dal 1903
collaborava con la sua rivista "La critica", per
discrepanze filosofiche e politiche. Gentile, con la pubblicazione
del 20
novembre nel 1925 ,
si schiera definitivamente dalla parte del fascismo
e Croce risponde, pubblicando a sua volta su Il Mondo, il Manifesto
degli intellettuali antifascisti nel quale viene
denunciata la violenza e la soppressione della libertà
di stampa da parte del regime .
Si allontana quindi dalla vita politica [1]
fino alla fine della seconda
guerra mondiale e, nella confusione politica che essa
ha portato cerca di mediare
tra i vari partiti antifascisti. È, infatti, Ministro senza
portafoglio nel secondo Governo Badoglio
( 1944 ).
Entra anche a far parte del primo Governo Bonomi
sempre come ministro senza portafoglio, appena dopo la liberazione di
Roma ,
solo per darne le dimissioni qualche mese dopo, il 27 luglio. Dal
1943
è presidente del Partito
Liberale , ne esce nel 1946
per contrasto con la scelta a favore della monarchia .
Fece parte dell' Assemblea
Costituente . Nel 1946
fondò a Napoli
l' Istituto
Italiano per gli Studi Storici destinando per la sede
un appartamento di sua proprietà, accanto alla propria
abitazione e biblioteca, nel Palazzo
Filomarino . L'opera di Croce può essere
suddivisa in tre periodi: quello degli studi storici, letterari e il
dialogo con il marxismo ,
quello della maturità e delle opere filosofiche
sistematiche e quello dell'approfondimento teorico e revisione della
filosofia dello spirito
in chiave storicista .
Parallelamente allo studio del marxismo, Croce approfondisce anche
quello di Hegel ;
secondo entrambi la realtà si dà come spirito che
continuamente si determina e, in un certo senso, si produce. Lo
spirito è quindi la forza animatrice della realtà, che
si auto-organizza dinamicamente divenendo storia secondo un processo
razionale. Da Hegel egli recupera soprattutto il carattere
razionalistico e >dialettico
in sede gnoseologica :
la conoscenza si produrrebbe allora attraverso processi di mediazione
dal particolare all'universale, dal concreto all'astratto, per cui
Croce afferma che la conoscenza è data dal giudizio storico,
nel quale universale e particolare si fondono recuperando la sintesi
a priori di Kant
e lo storicismo
di G.B. Vico ,
suo altro filosofo di riferimento. Tuttavia egli critica Hegel,
poiché secondo lui il filosofo ha concepito la dialettica in
modo riduttivo, ovvero semplicemente come dialettica degli opposti,
mentre secondo Croce sussiste anche una logica dei distinti, ovvero
il fatto che certi atti ed eventi vadano sempre considerati appunto
distinti rispetto ad altri ordini di atti ed eventi. Elabora, quindi,
un vero e proprio sistema ,
da lui denominato la filosofia dello spirito. Qui la realtà
in quanto attività (ovvero produzione dello spirito o della
storia) è articolata in quattro forme fondamentali, suddivise
per modo ( teoretico
o pratico )
e grado (particolare o universale): estetica
(teoretica - particolare), logica
(teoretica - universale), economia
(pratica - particolare), etica
(pratica - universale). La relazione tra queste quattro forme opera
la suddetta logica dei distinti, mentre all'interno di ognuna di esse
si ha la dialettica degli opposti.
La prima parte del sistema la ritroviamo in opere come
Estetica come scienza dell' espressione
e linguistica
generale ( 1902 ),
Breviario
di estetica ( 1912 )
e Aesthetica in nuce ( 1928 ) [2] .
L' estetica ,
dal significato originario del termine aisthesis ( sensazione ),
si configura in primo luogo come attività teoretica relativa
al sensibile, si riferisce alle rappresentazioni ed alle intuizioni
che noi abbiamo della realtà. Come conoscenza del particolare
l'intuizione estetica è la prima forma della vita dello
Spirito .
Prima logicamente
e non cronologicamente
poiché tutte le forme sono presenti insieme nello Spirito.
L' arte ,
come aspetto dell'Estetica, è una forma della vita spirituale
che consiste nella conoscenza, intuizione del particolare che
come forma dello Spirito, come creatività
non è sensazione ,
conoscenza sensibile che è un aspetto passivo dello Spirito
rispetto ad una materia oscura e ad esso estranea;
come conoscenza
(prima forma dell'attività teoretica) non ha a che fare con
la vita pratica. Bisogna quindi respingere tutte le estetiche che
abbiano fini edonistici ,
sentimentali
e moralistici ;
quale espressione di un valore autonomo dello spirito, l'arte non
può né deve essere giudicata secondo criteri di
verità ,
moralità
o godimento;
come
intuizione
pura va distinta dal concetto
che è conoscenza dell'universale: compito proprio della
filosofia . [3]
L'arte
può essere definita quindi come intuizione-espressione, due termini inscindibili per cui non è possibile intuire senza
esprimere ne è possibile espressione senza intuizione. Ciò
che l'artista intuisce è la stessa immagine
(pittorica, letteraria, musicale ecc.) che egli per ispirazione
crea da una considerazione del reale, nel senso che l'opera artistica
è l'unità indifferenziata della percezione
del reale e della semplice immagine del possibile.
La distinzione tra arte e non arte risiede nel grado di intensità
dell'intuizione-espressione.Tutti noi intuiamo ed esprimiamo: ma l'artista è tale perché ha un'intuizione più
forte, ricca e profonda a cui sa far corrispondere un'espressione adeguata. Coloro che sostengono di essere artisti potenziali
poiché hanno delle intense intuizioni ma che purtroppo non sono capaci di tradurre in espressioni, non si rendono conto che in
realtà non hanno alcuna intuizione poiché se la possedessero veramente essa si tradurrebbe in espressione. L'arte non
è aggiunta di una forma
ad un contenuto ma espressione, che non vuol dire comunicare ,
estrinsecare, ma è un fatto spirituale, interiore come l'atto inscindibile da questa che è l' intuizione.
Nell'estetica dobbiamo far rientrare anche quella forma dell'espressione che è il linguaggio
che nella sua natura spirituale fa tutt'uno con la poesia .
L'estetica quindi come una " linguistica in generale ".
Della logica, Croce tratta essenzialmente in Logica come scienza del concetto
puro del 1905 ;
essa corrisponde al momento in cui l'attività teoretica non è
più affidata alla sola intuizione (all'ambito estetico), ma
partecipa dell'elemento razionale, che attinge dalla sfera
dell'universale. Il punto di arrivo di questa attività è
l'elaborazione del concetto puro, universale e concreto. Il concetto
puro esprime la verità universale di una determinazione,
mentre i concetti scientifici non sono veri e propri concetti puri ma
degli pseudoconcetti,falsi concetti, degli strumenti pratici di
costituzione fittizia. La logica crociana è anche storica,
nella misura in cui essa deve analizzare la genesi
e lo sviluppo (storico) degli oggetti di cui si occupa. Economia ed
etica vengono trattate in Filosofia della pratica, Economica
ed etica del 1909 .
Croce dà molto rilievo alla volizione individuale che è
poi l' economia ,
avendo egli un forte senso della realtà e delle pulsioni che
regolano la vita umana. L' utile ,
che è razionale, non sempre è identico a quello degli
altri: nascono allora degli utili sociali che organizzano la vita
degli individui.
Il
diritto ,
nascendo in questo modo, è in un certo qual senso amorale,
poiché i suoi obiettivi non coincidono con quelli della morale
vera e propria. Egualmente autonoma è la sfera politica ,
che è intesa come luogo di incontro / scontro tra interessi
differenti, ovvero essenzialmente conflitto, quello stesso conflitto
che caratterizza il vivere in generale.
Croce
critica anche l'idea di Stato
elaborata da Hegel :
lo stato non ha nessun valore filosofico e morale, è
semplicemente l'aggregazione di individui
in cui si organizzano relazioni giuridiche
e politiche .
L'etica
è poi concepita come l'espressione della volizione universale,
propria dello spirito; non vi è un'etica naturale o un'etica
formale, e dunque non vi sono contenuti eterni propri dell'etica, ma
semplicemente essa è l'attuazione dello spirito, che manifesta
in modo razionale atti e comportamenti particolari. Questo avviene
sempre in quell'orizzonte di continuo miglioramento umano. La teoria
di Croce, lo abbiamo visto, è fortemente storicista, come si
evince anche da Teoria e Storia della storiografia
( 1917 ).
Per ciò, se volessimo riassumere con una formula la filosofia
di Croce, questa sarebbe storicismo assoluto, ossia la
convinzione che tutto è storia, affermando che tutta la realtà
è spirito e che questo si dispiega nella sua interezza
all'interno della storia. La storia non è dunque una sequela
capricciosa di eventi, ma l'attuazione della Ragione.
La conoscenza storica ci illumina a proposito delle genesi dei fatti,
è una comprensione dei fatti che li giustifica con il suo
dispiegarsi. Si delinea in quest'ottica il compito dello storico:
egli, partendo dalle fonti storiche (documenti), deve superare ogni
forma di emotività nei confronti dell'oggetto studiato e
presentarlo come in forma di conoscenza. In questo modo la storia
perde la sua passionalità e diviene visione logica della
realtà. Quanto appena affermato si può evincere dalla
celebre frase "la storia non è giustiziera, ma
giustificatrice". Con questo afferma che lo storico non
giudica e non fa riferimento al bene o al male. Quest'ultimo delinea
inoltre come la storia abbia anche un preciso orizzonte gnoseologico,
poiché in primo luogo è conoscenza ,
e conoscenza contemporanea, ovvero la storia non è passata, ma
viva in quanto il suo studio è motivato da interessi del
presente. La storiografia
è in seconda istanza utile per comprendere l'intima
razionalità del processo dello spirito, e in terzo luogo essa
è conoscenza non astratta ma di fatti ed esperienze ben
precise. Croce critica gli illuministi
e in generale chiunque vorrebbe individuare degli assoluti che
regolano la storia o la trascendono :
la realtà è storia, nella sua totalità, la
storia è la vita stessa, che si svolge autonomamente secondo i
propri ritmi e le proprie ragioni. Essa è un cammino
progressivo ,
ma questa non deve essere una certezza su cui adagiarsi: questa
consapevolezza deve essere confermata da un impegno costante degli
uomini, ed i risultati non sono mai scontati né prevedibili.
La storia diviene allora anche storia di libertà, dei modi in
cui l'uomo promuove e realizza al meglio la propria esistenza. La
libertà si traduce, sul piano politico, in liberalismo :
una sorta di religione
della libertà o di metodo interpretativo della storia e di
orientamento dell'azione, che è imprescindibile nel processo
del progresso storico-politico, come si evince dal volume del 1938 La
storia come pensiero e come azione. Le opere di Benedetto Croce
spaziano dalla filosofia, alla storia, all'aneddotica, alla critica
letteraria e all'erudizione storica. Qui si indicano le più
importanti. Per un elenco completo vedi.
Filosofia
dello Spirito
I. Estetica
come scienza dell'espressione e linguistica generale
II. Logica
come scienza del concetto puro
III. Filosofia della pratica.
Economica ed Etica
IV. Teoria e storia della
storiografia
Saggi
filosofici
I. Problemi
di estetica e contributi alla storia dell'estetica italiana
II. La filosofia di Giambattista
Vico
III. Saggio sullo Hegel seguìto
da altri scritti di storia della filosofia
IV. Materialismo storico ed
economia marxistica
V. Nuovi saggi di estetica
VI. Etica e politica
VII. Ultimi saggi
VIII. La poesia. Introduzione
alla critica e storia della poesia e della letteratura
IX. La storia come pensiero e
come azione
X. Il carattere della filosofia
moderna
XI. Discorsi di varia filosofia
(2 voll.)
XII. Filosofia e storiografia
XIII. Indagini su Hegel e
schiarimenti filosofici
Scritti di
Storia letteraria e politica
I. Saggi
sulla letteratura italiana del Seicento
II. La rivoluzione napoletana
del 1799
III. La letteratura della nuova
Italia (6 voll.)
IV. I teatri di Napoli dal
Rinascimento alla fine del secolo decimottavo
V. La Spagna nella vita italiana
durante la Rinascenza
VI. Conversazioni critiche
VII. Storie e leggende
napoletane
VIII. Goethe
IX. Una famiglia di patrioti ed
altri saggi storici e critici
X. Ariosto, Shakespeare e
Corneille
XI. Storia della storiografia
italiana nel secolo decimonono (2 voll.)
XII. La poesia di Dante
XIII. Poesia e non poesia
XIV. Storia del Regno di Napoli
XV. Uomini e cose della vecchia
Italia
XVI. Storia d'Italia dal 1871 al
1915
XVII. Storia dell'età
barocca in Italia
XVIII. Nuovi saggi sulla
letteratura italiana del Seicento
XIX. Storia d'Europa nel secolo
decimonono
XX. Poesia popolare e poesia
d'arte
XXI. Varietà di storia
letteraria e civile
XXII. Vite di avventure, di fede
e di passione
XXIII. Poesia antica e moderna
XXIV. Poeti e scrittori del
pieno e del tardo Rinascimento
XXV. La letteratura italiana del
Settecento
XXVI. Letture di poeti e
riflessioni sulla teoria e la critica della poesia
XXVII. Aneddoti di varia
letteratura
Scritti vari
I. Primi
saggi
II. Cultura e vita morale
III. L'Italia dal 1914 al 1918.
Pagine sulla guerra
IV. Pagine sparse (3 voll.)
V. Nuove pagine sparse (2 voll.)
VI. Terze pagine sparse (2
voll.)
VII. Scritti e discorsi politici
(2 voll.)
VIII. Carteggio Croce-Vossler
(1899-1949)
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